# Giovanni Antonucci, Introduzione a Eduardo De Filippo, […], p.56 e ss. Ma che uomo di casa? Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo blog e tutti possono pubblicarvi commenti. In casa Cupiello è tutto pronto per festeggiare la vigilia di Natale. in Emilio Pozzi, Parole mbrugliate cit., p. 231. Ora, ricordate l’avvertimento di Enrico IV a colui che egli finge di scambiare per l’abate Ugo di Cluny: «Monsignore, però, mentre voi vi tenete fermo, aggrappato con tutte e due le mani alla vostra tonaca santa, di qua, dalle maniche vi scivola, vi scivola, vi sguiscia come un serpe qualche cosa, di cui non v’accorgete. Con rinnovata stima ed amicizia, E in effetti non sono riuscita a trovare indicazioni sulla sua pubblicazione. www.gnu.org/licenses/ Ogni anno ‘o fa cchiù gruosso. Su don Luca non si poteva fare nessun affidamento serio. Il ragazzo insiste perché si trattenga qualche minuto a casa sua. sì, il testo di Wanda Marasco non è stato né pubblicato né rappresentato. Lo ricordo perché la città era invasa da cerimonie fasciste: dovunque ci si scontrava con la paccottiglia esaltata e delirante delle feste fasciste. Io ho visto i De Filippo a Roma intorno al 1937, un 21 Aprile. “Natale in casa Cupiello”, una delle più famose commedie di Eduardo De Filippo, fu scritta e portata in scena nel 1931. Nel “vuoto” di casa Lojacono c’è l’armadio, che è scatola teatrale, contenitore di “fantasmi” e di autoillusioni. ‒ replicava lui ‒ vuje chiacchierate sottovoce e nun pozzo sapè che ve dicite?» «…niente ‒ rispondeva ancora mia nonna o Rosina ‒ è niente…!» Di qui, spesso, liti furibonde! Rovesciamento sperimentale, tanto straordinario che perfino Eduardo, come attore, se ne allarmò: quel terzo atto non fu rappresentato di fronte al pubblico napoletano, che era in prevalenza conformista e pretendeva dai De Filippo un teatro di comici colpi di scena. E non vi fa pensare alla scatola che, ne «La grande magia», lo scalcagnato prestidigitatore Otto Marvuglia consegna a Calogero Di Spelta dopo la fuga di sua moglie? […] Rivedendola oggi […] ci tocca in modo quasi magico. Nei momenti di attrito o di conflagrazione i personaggi passano da una casa all’altra, rivestendo i diversi ruoli. Sei invenzioni sprecate dal teatro italiano, Roma, Bulzoni, 1987, pp.63-65 e p.66. Pensate un po’ ai personaggi protagonisti delle due opere: entrambi sono impegnati nel disperato tentativo d’imprigionare la vita – ch’è un susseguirsi di momenti di disgregazione, per giunta slegati l’uno dall’altro – in una forma unica, per sempre data e per sempre riconoscibile. Natale in casa Cupiello è una delle prime grandi commedie di Eduardo. Da parte mia, un caro saluto e un arrivederci a presto. Chiamando in causa la mentalità napoletana, potremmo dire che anche l’Eduardo autore era un dissociato, come i suoi personaggi; e che Pirandello divenne ai suoi occhi l’autorità cui chiedere un ricongiungimento di identità, un’uscita dall’ansia drammaturgica.

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